Ancora sul tu al docente

Diversi anni fa (ne sono passati quattordici…) ho discusso su questo blog con i miei studenti di una questione che allora mi stava a cuore: se sia una cosa buona o no dare del tu al docente. Nel post ragionavo sul fatto che i miei studenti stessi sembravano richiedere un certo distacco dal docente, sottolineato dal lei o addirittura dal voi, ancora usato nelle scuole del sud. E provavo a spiegare per quale ragione consideravo il tu come una cosa naturale.

Negli ultimi giorni in due classi diverse è capitato che degli studenti mi abbiano chiesto se possono darmi del tu, mentre succede che studenti di classi non mie, con i quali mi è capitato di confrontarmi, mi diano del tu senza alcuna difficoltà.  Può essere utile, a distanza di tanti anni (e in un contesto diverso), discuterne nuovamente.

Dunque: cosa ne pensate? Meglio dare del tu o del lei al docente? E perché?

Quale uso delle tecnologie informatiche a scuola?

Riguardo all’uso delle tecnologie informatiche nella didattica gli atteggiamenti dei docenti vanno dall’entusiasmo alla condanna sdegnosa. Semplificano un po’, possiamo riconoscere:

a. Il docente con buone competenze informatiche, un po’ smanettone, che vede nelle tecnologie informatiche la via per rivoluzionare la scuola e la didattica.

b. Il docente con qualche competenza informatica che usa il computer, la Lim e il tablet, ma come supporto alla didattica e nulla più.

c. Il docente con poche competenze informatiche che vorrebbe saperne di più, e non sa bene valutare l’impatto della tecnologia sulla didattica.

d. Il docente che rifiuta le tecnologie informatiche perché vi scorge un pericolo per la scuola e l’insegnamento.

Tu in quale di questi profili – o in quale altro – ti riconosci? Quale ruolo, significato, funzione attribuisci alle tecnologie informatiche a scuola?

Formazione integrale o per il lavoro?

Avrete notato la differenza tra Comenio e Locke riguardo agli scopi dell’educazione. Per Comenio l’educazione deve mirare alla formazione integrale dell’essere umano, con particolare attenzione alla dimensione morale e religiosa, oltre a quella culturale. Anche per Locke la dimensione morale e la formazione del carattere sono importanti, ma al centro del suo progetto educativo, che è indirizzato al gentleman inglese, c’è una concezione pratica che privilegia le conoscenza che sono fondamentali per la futura attività lavorativa. Per questo la geografia, l’equitazione e la scherma risultano importanti, mentre sono ridimensionate le lingue classiche.

Voi ritenete che sia più importante mirare ad una formazione integrale della persona o dare una formazione che consenta di inserirsi positivamente nel mondo lavorativo? E, qualunque sia la vostra risposta, quali discipline sono fondamentali per voi per raggiungere lo scopo?

[Discussione per la 4A, ma come sempre aperta anche ad altri.]

Un nuovo modello per la scuola?

comenius

In classe abbiamo analizzato questa immagine, tratta dall’Orbis sensualium pictus di Comenio. Si tratta di una semplificazione efficace di quello che potremmo considerare il modello tradizionale della scuola. C’è il maestro il cui potere è evidenziato dalla cattedra, una sedia quasi regale, rialzata rispetto al resto dell’aula, mentre la sottomissione degli studenti è chiara dal loro essere seduti su dei semplici sgabelli. Alcuni studenti parlano tra loro: il testo che accompagna l’immagine dice che per loro sono adatti i due strumenti che si trovano a sinistra, la virga e la ferula. Davanti al maestro c’è un libro aperto: e la centralità del libro è un altro dei caratteri fondamentali della scuola tradizionale. Continua a leggere “Un nuovo modello per la scuola?”